nell’autunno del 48 A.C., Pompeo il Grande ambizioni erano in rovina. Era stato l’uomo più potente di Roma; ma ora, quasi 60, aveva visto tutto scivolare via. Il suo esercito distrutto dal rivale Giulio Cesare nella battaglia di Farsalo, era in fuga attraverso il Mediterraneo. C’era solo una speranza rimasta; se avesse potuto ottenere il sostegno egiziano, pensò Pompeo, avrebbe potuto ancora invertire la guerra.,

Il 28 settembre, Pompeo navigò in vista della costa egiziana. I suoi compagni, tra cui sua moglie, Cornelia, erano terrorizzati che potesse essere tradito, e le loro paure aumentarono solo quando furono accolti da un piccolo gruppo di uomini in una barca da pesca malconcia. Il mare, spiegarono gli uomini, non era abbastanza profondo per una trireme reale. Pompeo deve imbattersi nella loro piccola barca, e lo avrebbero traghettato per incontrare il faraone.,

La morte di Pompeo illustrata nel manoscritto medievale

A quel punto, gli amici di Pompeo divennero ancora più agitati. E se gli egiziani avessero fatto un accordo con Cesare? Ma il vecchio generale si limitò a scrollare le spalle. Non aveva scelta, disse, e con sua moglie che guardava nervosamente dal loro ponte, salì sulla piccola barca.

Gli uomini partono. Secondo lo storico Plutarco, non fu detto nulla; mentre si dirigevano verso la terra, c’era solo silenzio. Fu Pompeo a rompere la tensione. “Non sei un mio vecchio compagno?, chiese a uno dei presenti, un ex soldato romano di nome Lucio Settimio. Quest’ultimo”si limitò ad annuire, senza dirgli nulla o mostrare alcuna cordialità”. Così “il profondo silenzio continuò”.

Gneo Pompeo Magno (29 settembre 106 a.C. – 28 settembre 48 a. C.)

E poi venne il momento. Pompeo si stava alzando in piedi, stringendo una delle mani del suo servo, quando Settimio lo pugnalò da dietro., Più colpi piovuti giù così, Plutarco ha scritto: “Pompeo, disegnando la sua toga giù sul suo volto con entrambe le mani, senza un atto o una parola che era indegno di se stesso, ma con un gemito semplicemente, sottomesso ai loro colpi. “

La storia racconta che quando a Giulio Cesare fu mostrata la testa del suo rivale, pianse. Ma lo storico Cassio Dione pensava che fosse un’ipocrisia di rango. Cesare, scrisse, ” aveva sempre odiato Pompeo come suo antagonista e rivale” e “aveva portato avanti questa guerra senza altro scopo che assicurare la rovina di questo rivale e la propria supremazia”. Ma ora Pompeo non c’era più. Cesare era padrone di Roma.,

The head of Pompey is delivered to Julius Caesar in Caesar Before Alexandria, an 18th century oil painting by Giovanni Antonio Pellegrini,1675–1741